Il 27 Marzo 2010 ci lasciava Aurora.

A dieci anni dalla sua scomparsa noi familiari abbiamo voluto ricordarla dedicandole dei piccoli pensieri. Tra questi il ricordo scritto dal fratellino Francesco è stato pubblicato dal Corriere della Sera nella sezione “Lo Dico al Corriere”.

A seguire il ricordo della mamma Natalina, del papà Roberto, delle cugine Gaia, Giorgia e del cugino Maurizio.

“Se solo potessi sapere dove sei ora… forse lo so!
Ti trovo ogni giorno, nei colori dell’arcobaleno in una triste giornata di pioggia, nelle gocce calde che mi accarezzano il viso sotto la doccia, nel tuo verde acido allora introvabile, nelle parole d’amore di una canzone, nei mille cuori che vedo e che hai seminato per me…
Quando mi hai chiamato per l’ultima volta erano le 2 di notte di dieci anni fa, mi hai detto di vedere accanto a te la nostra fida cagnolina Eva, tragicamente scomparsa poco tempo prima.
Secondo una leggenda tramandata dagli indiani d’America quando un animaletto muore va sotto il ponte dell’arcobaleno; là c’è tutto in abbondanza, prati verdi e sole, compagni con cui giocare, lì riprenderanno vigore e forza e attenderanno fedelmente il momento in cui potranno riunirsi al loro amico speciale.
Poi un giorno all’improvviso un cagnolino correndo si stacca dal gruppo, i suoi occhi guardano lontano e brillano di gioia, qualcosa di magico sta per accadere, potrà incontrarsi con il suo padroncino. Una corsa mozzafiato l’uno verso l’altro, una pioggia di coccole e di baci e un nuovo viaggio insieme oltre il ponte dell’arcobaleno!
Forse tu già prima del trapasso ti trovavi in quel posto incantato e quando penso a te, quando percepisco la tua presenza, quando ti sento vicina, mi piace immaginare che sei davvero felice e libera dalla sofferenza. Con immenso amore la tua “A-MI-A-NA”

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“Sono passati dieci anni dalla notte in cui mi hai lasciato. Quella sera dormivamo insieme in salone, era il mio turno di accudirti, tu eri sul divano da svariati giorni e io ai tuoi piedi sul tappeto con un letto di fortuna. Mi avevi chiamato infinite volte con un campanellino in quanto non parlavi più perché ti faceva troppa fatica. Chissà quanto soffrivi, povero amore mio, non l’ho capito fino in fondo tanto eri forte e quando intorno alle due mi sono svegliato per vedere come stavi, mi avevi lasciato, così, in silenzio, con la grande dignità che aveva accompagnato la tua sofferenza da sempre. Ho sperato che accadesse un miracolo fino al termine della malattia, incoscientemente ancorato al bisogno di non accettare la tua morte e invece l’ho dovuta constatare. Ho chiamato tua madre che dormiva in camera e insieme ti abbiamo accudito e preparato per il saluto estremo. Mi manchi come dieci anni fa, mi mancano i tuoi abbracci, i tuoi sorrisi, i tuoi baci. Forse è vero che sei ancora qui con noi in modo diverso ma io vorrei averti di fianco a me come allora e continuare ad accudirti per tutta la vita. Ciao amore mio ti voglio bene, perdonami per tutto quello che non ho saputo donarti nei tredici anni che mi hai regalato. Il tuo pino”

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“E qui ci sono io
sdraiata sul letto
con in mente i ricordi
mi vieni in mente tu,
seduta su un prato di tulipani
con il sole che ti scalda le mani.
Poi mi sorridi,
quel sorriso non lo vedo da 10 anni
starei ore a guardarti
a parlare con te,
a chiederti come stai
E a parlarti di me
E vorrei sapere come è ora che il male non è più con te,
vorrei raccontarti della vita
quella che ti sei persa
e chiederti com’è lì su dove non c’è tempesta.
Dicono che con il tempo tutto passa
ma tu non passi mai.
Spero che tu mi stia guardando
e che nei miei occhi veda il rimpianto
di quando all’ospedale non mi avvicinavo o di quando alla tua mano preferivo star lontano,
Poi mi viene in mente il giorno,
quando eri distrutta
e sdraiata sul divano mi hai sorriso,
io mi sono avvicinata e ho lasciato un bacio sul tuo viso,
vorrei tornare indietro
per dirti che ti amo
e che mi hai insegnato a vivere
anche da lontano.
scusa se non ci sono stata
e se ho lasciato correre il tempo di questa vita dannata,
mi manchi come l’aria
e questo pezzo è per te che sarai sempre viva in ogni parte dentro me.”

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“Non sarà sicuramente la miglior foto che abbiamo insieme ma trovo che sia la migliore per ricordarti davvero. Sento ancora le tue guance morbide sotto le mie labbra e il profumo della tua pelle sotto il mio naso… Seppur a 10 anni di distanza, sono sensazioni che non dimentico ma che ancora scorrono vive dentro di me. TU scorri viva dentro di me. Tua Pudda”

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“Incredibile pensare che sono trascorsi già dieci anni da quella data tragica e anche se mi sembra siano volati, non bastano a cancellare il ricordo di quello che era Aurora per me ed è tutt’ora. Innanzitutto è stata un esempio di forza e di tenacia, sempre risoluta. Quante volte mi sono sentito piccolo di fianco a lei e quante volte mi ci sento tutt’ora. Gli insegnamenti più grandi della mia vita li posso attribuire a lei e anche se molti sono stati dolorosi e devastanti, non posso non ritenermi fortunato per averla avuta nella mia vita. Ci sono giorni in cui darei qualsiasi cosa per poterla sentire, anche una telefonata sciocca o per poter passare un pomeriggio a guardare film ma guardando in faccia la realtà mi rendo conto che devo accontentarmi dei tredici anni che ci è stata regalata, che custodisco dentro di me con affetto e malinconia. Allora mi ripeto che le cose belle non sempre durano, ma il loro ricordo è indelebile e questo è Aurora per me. Un indelebile tesoro da custodire nel profondo del cuore come un quadro inestimabile. Un’opera d’arte intrappolata in un tempo sospeso, che non tornerà ma resta incancellabile.”